Piano sanità 2018

2018 tecnologia sanitaria innovativa come strumento di integrazione ospedale territorio

Le tecnologie sanitarie sono già ampiamente, anche se non completamente, impiegate in ambito
ospedaliero ma meno diffuso è il loro utilizzo in ambito territoriale per.la garanzia della continuità
delle cure. La diffusione di tali strumenti in setting assistenziali caratterizzati da equipe multiprofessionali (medici, infermieri, amministrativi, etc.), talvolta molto distanti logisticamente tra loro, risulta strategica per rendere più efficiente il sistema sanitario e migliorare la qualità assistenziale attraverso l’ottimizzazione delle procedure inerenti la continuità delle cure.
Il  nuovo scenario della sanità elettronica e dei bisogni emergenti di sistema pongono nuove sfide per la sanità regionale che devono essere affrontate anche attraverso lo sviluppo d i progetti di sistema, articolati e integrati nel contesto sanitario ed informativo regionale.

Le nuove risorse tecnologiche per l’ assistenza sanitaria e sociosanitaria da implementare nel territorio regionale (es. teleconsulto, telesalute, teleassistenza, etc.) sono a supporto deJla riorganizzazione del sistema, sia nei setting assistenziali territoriali (Ospedali di Comunità, RSA, Residenze Protette, Case di Riposo, Case della Salute, Assistenza Domiciliare, Aggregazioni Funzionali Territoriali di MMG, sistema di emergenza, etc.) sia in altri setting caratterizzati da esigenze di prossimità territoriale come quelli della prevenzione o in quelli più prettamente ospedalieri.

Grazie a progetti di informatizzazione della presa in carico, come il progetto Ticuro Reply, il
cittadino è spinto a diventare sempre più protagonista del percorso di cura individuale pensato – per
e con lui – da équipes multiprofessionali, in seguito a una valutazione multidimensionale; il
progetto, esempio di best practices, punta alla integrazione dell’assistenza primaria, alla continuità
assistenziale modulata sulla base dello stadio evolutivo della malattia, al potenziamento delle cure
domiciliari e all’attenzione ai bisogni globali dei pazienti; punta alla forte integrazione tra
l’assistenza primaria, centrata sul medico di medicina generale, e le cure specialistiche, nonché al
potenziamento delle cure domiciliari, riduzione dei ricoveri ospedalieri, anche attraverso l’uso di
tecnologie innovative di “tecnoassistenza”.

 

 

 

rispondenza variazione piano teraupetico

In merito alla seconda tipologia di piattaforme digitali considerate in questa indagine – dispositivi mHealth e sensori indossabili – emergono a livello di singoli territori molteplici sperimentazioni in corso, che finora non hanno avuto la capacità di fare sistema, avendo di fronte a sé almeno due questioni aperte da affrontare. La prima riguarda l’attendibilità di dati sanitari provenienti da device esterni al perimetro del SSN, da includere nei sistemi informativi pubblici. Su questo fronte – è stato evidenziato – sarà necessario sviluppare regole comuni con l’industria privata, la quale dovrà fornire le necessarie garanzie per giungere ad un’adeguata certificazione degli stessi device. La seconda questione prospetta l’accesso di APP e sensori nel circuito del SSN, nel qual caso bisognerà definire modalità e protocolli di prescrizione, gestione e rimborso. Sul tema sono già state avviate le
prime riflessioni all’interno del sistema delle Regioni.

Peraltro è stato osservato come i centri esterni di Telemedicina, realizzati in diverse realtà territoriali affidando a operatori privati il servizio, presentano un profilo critico riguardo la privatizzazione dei dati, che non entrano o solo in parte nel flusso informativo pubblico e quindi non possono essere valorizzati dal sistema della programmazione sanitaria regionale e dell’assistenza territoriale.

In particolare il PPP tecnologico potrebbe consentire alle Aziende Sanitarie – sulla base di una matrice dei rischi condivisa ex ante – di sviluppare accordi di collaborazione globali con l’industria comprendenti servizi di design architetturale, system integration, validazione, formazione e supporto al personale (change management, avviamento, accreditamento, output clinici, workflow management), utili per l’implementazione nella pratica assistenziale delle nuove piattaforme digitali.

Nella percezione degli operatori della filiera socio-sanitaria la diffusione delle diverse tipologie di piattaforme digitali (cruscotti gestionali, mHealth, sensori, Telemedicina) può svolgere un ruolo chiave per l’abilitazione dei nuovi modelli di assistenza territoriali, fondati sul lavoro di equipe multidisciplinari e multiprofessionali, che riconoscono la centralità della persona cronica, fragile, non autosufficiente. Si otterrebbero benefici significativi sulla qualità dei servizi, potendo fra le altre cose assistere più efficacemente un maggior numero di pazienti a domicilio, e sulla sostenibilità dell’intero processo assistenziale, liberando risorse umane ed economiche da reinvestire sul territorio.

barriere al loro sviluppo, quali l’accesso dei servizi digitali nei LEA con schemi di rimborsabilità ad hoc, la produzione di evidenze scientifiche che ne misurino impatto ed efficacia, la definizione di inattaccabili protocolli per la sicurezza e la privacy dei dati, l’integrazione dei dati sanitari frammentati in una molteplicità di database, la garanzia di trasparenza delle regole di programmazione degli algoritmi, il potenziamento del circuito di formazione per operatori e cittadini per ridurre il digital divide

Personal Healthcare Assistant, applicazioni d’interfaccia in modalità conversazione fra PC,
smartphone, tablet e device indossabili e/o ingeribili, utili a sostenere l’empowerment dei
pazienti e a promuovere la prevenzione, sviluppando forme proattive di rapporto medicopaziente.

promuovere il contrasto dei consumi sanitari impropri

Manca una risposta adeguata ad un’area sempre più ampia dell’assistenza quella alle cronicità,
alla riabilitazione e alle cure intermedie, aree in cui il bisogno è in aumento a causa della crescita costante dell’età media. La popolazione con cronicità è pari al 39 per cento del totale, di queste il 20,5 per cento ha più di una patologia.

Questi pazienti assorbono gran parte dell’offerta di prestazioni ambulatoriali, spingendo sempre più i pazienti occasionali a rivolgersi al circuito a pagamento, senza che vi sia una chiara politica in
questa direzione e indirizzi sui profili di iniquità che così si stratificano.

Con l’invecchiamento progressivo della popolazione, ai fini di un invecchiamento attivo e in
buona salute, sarà implementato l’approccio life course per la promozione della salute e la
prevenzione delle principali patologie cronico degenerative, continuando a monitorare e a
descrivere tutti gli aspetti che concorrono al benessere degli anziani (aspetti di salute,
sanitari e sociali), anche con l’obiettivo di sensibilizzare le comunità locali verso interventi
che realizzino ambienti di vita e sociali che facilitino la partecipazione degli anziani alla vita
sociale e valorizzino il loro ruolo e contributo nella società.
A tale strategia si richiamano gli interventi per favorire la partecipazione sociale e la
solidarietà tra le generazioni, soprattutto al fine di sostenere l’anziano fragile nel contesto
in cui vive, per ridurre la progressione verso la non autonomia e l’isolamento sociale (che
bene si connettono, per esempio, con gli interventi di comunità per la promozione
dell’attività fisica). Infatti, sebbene negli ultimi anni si sia ampliata la gamma di servizi
socio-sanitari dedicati agli anziani, si rileva ancora un mancato raccordo tra interventi di
prevenzione e azioni di sostegno e cura per i soggetti più deboli. E’ necessario, pertanto,
incentivare e rafforzare le reti e il sostegno informali, la cittadinanza attiva e
l’empowerment individuale e collettivo degli anziani e di chi si prende cura di loro. In tal
senso, una maggiore integrazione tra servizi sociali

Le demenze rappresentano già ora un fattore di progressivo aggravamento del peso
economico e sociale delle malattie che impone un’azione di prevenzione e rallentamento
della loro progressione, assicurando un percorso dignitoso alle persone che ne sono
affette.

 

Il Ministero della Salute ha coordinato il processo di redazione del Piano attuativo
dell’area tematica Salute che individua le seguenti traiettorie tecnologiche declinandone
strategie e obiettivi:
1) Active & healthy ageing: tecnologie per l’invecchiamento attivo e l’assistenza
domiciliare
2) E-health, diagnostica avanzata, medical devices e mini invasività

 

Tali servizi devono consentire la presa in carico globale del paziente,
costantemente nel tempo, da parte di un team con competenze diversificate e secondo un
piano personalizzato.
In tale ambito vanno rafforzati anche gli strumenti di raccordo ospedale-territorio; il
Regolamento DM 70/2015 in tal senso propone una profonda revisione del modello
ospedaliero per acuti, integrandolo in un sistema di osmosi continua e collaborativa con il
settore dell’assistenza primaria, della medicina di comunità e dei servizi sociosanitari e
prevede reti cliniche integrate.
Infatti il Regolamento, pur focalizza

 

. In quest’ambito sarà valutato anche l’utilizzo di forme di
tecno assistenza al fine di facilitare l’assistenza a domicilio e l’utilizzo appropriato
dell’Ospedale di comunità nell’ambito della rete dei servizi sociosanitari territoriali.
Occorrerà inoltre seguire le modalità di organizzazione e attivazione da parte delle Regioni
dei percorsi di presa in carico delle persone fragili, con patologie croniche e non
autosufficienti, anche tramite le Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT) della Medicina
Generale e della Pediatria di Libera Scelta, nonché le Unità Complesse di Cure Primarie
(UCCP), ai sensi della legge 189 del 2012 e

 

Altro strumento efficace a realizzare la continuità assistenziale è il coinvolgimento diretto
non solo dei livelli preventivi, ospedaliero e territoriale, ma anche delle diverse
professionalità coinvolte, alla cui interazione potrà dare un impulso decisivo l’uso della
telematica, ad esempio attraverso programmi di telemedicina. In tal senso, sarà necessario
definire un sistema di rete che permetta l’integrazione delle tele medicine tra le modalità
erogative delle prestazioni, su tutto il territorio nazionale. In particolare sarà promosso un
programma per l’utilizzo di tali strumenti rispetto alle persone con patologie croniche.
Il Piano nazionale cronicità (PNC) promuove l’impiego di modelli, tecniche e strumenti
della sanità digitale nella gestione della cronicità al fine di garantire continuità e qualità
dell’assistenza, efficacia, efficienza e appropriatezza, attraverso la diffusione tra i cittadini, i
pazienti, gli operatori e le istituzioni, della cultura della telemedicina e la sperimentazione
di modelli capaci di coniugare soluzioni tecnologiche con bisogni di salute (Teleassistenza
domiciliare, Teleconsulto specialistico, Telemonitoraggio, Telesorveglianza, Telecontrollo,
Telesoccorso, Teleallarme). Importante è la verifica di efficacia del sistema attraverso la
ricognizione dei risultati mediante adeguati strumenti di monitoraggio e valutazione

 

5.9. Patto per la Sanità Digitale.
L’innovazione digitale costituisce un fattore determinante per la realizzazione di modelli sia
assistenziali che organizzativi rispondenti ai nuovi bisogni di salute della popolazione.
Per promuovere in modo sistematico l’innovazione digitale sarà necessario predisporre un
piano strategico che, attraverso l’adozione di piattaforme e di soluzioni capaci di
supportare un nuovo modello di servizio sanitario basato sui pilastri della continuità
assistenziale, del care management, della deospedalizzazione e della piena cooperazione
tra tutti i soggetti coinvolti nella filiera della salute e del benessere, comporti un
efficientamento delle risorse oggi utilizzate (revisione della spesa).
Infatti, la digitalizzazione deve essere considerata non solo come

Team infermieristici di comunità che si recano a domicilio di pazienti spesso cronici, terminali
o con bisogni di riabilitazione

Posti letto territoriali gestiti da MMG e infermieri per degenze limitate nel tempo
(es. Ospedale di Comunità).

legenda

Case della Salute (CdS),

Presidi Territoriali di Assistenza (PTA),

Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT),
Centri di Assistenza Primaria (CAP),

Unità Complesse di Cure Primarie (UCCP), Nuclei di Cure Primarie (NCP),
Medicine di Gruppo Integrate (MGI),

Presidi Socio Sanitari Territoriali (PreSST),

Presidi Ospedalieri Territoriali (POT),

Ospedali di Comunità (OSCO).